UNICREDIT CHIEDE A CONSOB DI SOSPENDERE L'OPS

UNICREDIT CHIEDE A CONSOB DI SOSPENDERE L'OPS SU BANCO BPM PER TRATTARE SU GOLDEN POWER. ECCO COSA PUO' SUCCEDERE!

Unicredit ha chiesto alla Consob di sospendere l'ops su Banco Bpm per negoziare le prescrizioni imposte dal governo nell'esercizio del golden power. La Commissione di Borsa ha 15 giorni per rispondere, ma la decisione potrebbe arrivare a breve, già in settimana. Le attese sono per una risposta negativa da parte di Consob: il golden power, fanno notare fonti finanziarie, non può essere considerato come un fatto "nuovo", tale da congelare l'offerta, visto che rientra tra le condizioni di efficacia a cui Unicredit ha subordinato l'offerta su piazza Meda. Inoltre, sottolineano le stesse fonti, l'offerta è ormai arrivata alla quarta settimana.

LA RICHIESTA DI UNICREDIT E LA POSSIBILE RISPOSTA DI CONSOB 


La richiesta di Unicredit si fonda sull'articolo 102 comma 6b del Testo unico della finanza, che dà la possibilità di sospendere un'offerta in Borsa "per un termine non superiore a trenta giorni, nel caso intervengano fatti nuovi o non resi noti in precedenza tali da non consentire ai destinatari di pervenire ad un fondato giudizio sull'offerta". Il fatto nuovo sarebbero proprio i paletti imposti dal governo con il dpcm del 18 aprile, nell'ambito delle prescrizioni sul golden power. Inoltre l'offerta è in corso ormai da più di tre settimane: è partita il 28 aprile e si concluderà il 23 giugno. Nel caso in cui la Commissione accogliesse la richiesta di sospensione dell'ops su Banco Bpm, Unicredit avrebbe più tempo per cercare di convincere l'esecutivo ad ammorbidire le richieste del golden power. Se la risposta di Consob sarà negativa, Unicredit proseguirà il confronto con il Mef e dovrà decidere se ritirare o meno l'offerta su Piazza Meda entro il 30 giugno.

LE TRATTATIVE CON IL MEF SU BANCO BPM 


Le trattative tra Unicredit e il Mef su Banco Bpm risultano in salita. Giovedì scorso, 15 maggio, c'è stato un primo contatto a livello tecnico. Sul tavolo il dpcm del 18 aprile che ha fissato i paletti alcuni paletti rendendo più complicata e meno conveniente la scalata a Banco Bpm da parte del gruppo guidato da Andrea Orcel. Durato circa due ore, il confronto non avrebbe ridotto le distanze tra la banca e il Mef. Unicredit punta ad allentare i vincoli previsti dal decreto. Ma il Tesoro fa muro: le prescrizioni, continuano a ribadire alcune fonti, non saranno modificate. Le parti potrebbero rivedersi nelle prossime settimane, anche se al momento non risulta fissato alcun incontro.


I PALETTI FISSATI CON IL GOLDEN POWER PER UNICREDIT


I vincoli che più mettono in difficoltà Unicredit sarebbero tre. Il primo riguarda l'obbligo di allineare il rapporto tra depositi e impieghi del polo al livello superiore di Banco Bpm, così erodendo la liquidità di Unicredit. Il secondo è l'obbligo di mantenere per cinque anni i 90 miliardi di euro in titoli italiani detenuti da Anima, un vincolo all'autonomia dei gestori. Il terzo riguarda la tempistica per l'uscita dalla Russia, con l'obbligo di cedere le attività russe entro il 18 gennaio 2026, mentre la banca punta a un'uscita verso metà 2026, per spuntare migliori condizioni.


COME STA ANDANDO L'OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM


Alla fine della terza settimana di offerta le adesioni all'Ops di Unicredit su Banco Bpm erano ancora minime. Alla chiusura di venerdì, secondo le comunicazioni di Borsa Italiana, i titoli di Banco Bpm apportati all'ops erano infatti complessivamente 251.749, pari allo 0,016615% del capitale. Per acquisire l'intero capitale della banca, Unicredit offre 0,175 azioni per ogni azione Banco Bpm, con un prezzo implicito che agli attuali prezzi di borsa esprime uno sconto di oltre il 6% sulle azioni dell'istituto di Piazza Meda.


GIOLATRADER

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